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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Macrofite acquatiche, nel lago di Terlago una sperimentazione per contenerle

Le macrofite sono piante acquatiche che vivono completamente o parzialmente sommerse nelle acque di fiumi e laghi. La loro crescita è condizionata dalle sostanze chimiche disciolte in acqua, dalla pendenza e struttura del fondale e dalla disponibilità di luce.

Il tipo di specie presenti e la loro abbondanza danno preziose indicazioni circa lo stato di qualità delle acque di un lago, tanto che sono annoverate tra le biocenosi di riferimento selezionate dalla Direttiva Quadro sulle acque (Water Framework Directive, WFD). Tuttavia in alcuni casi la proliferazione delle macrofite deve in qualche modo essere gestita, quando divengono infestanti e interferiscono eccessivamente con le attività turistico-ricreative legate al lago.

Negli ultimi anni, e in particolare nel corso dell’estate 2016, il lago di Terlago (comune di Vallelaghi) ha mostrato una forte proliferazione della componente macrofitica, rappresentata in particolare dalla specie Najas marina.

Per il contenimento dello sviluppo delle macrofite va tenuto conto di una serie di fattori che risultano diversi da specie a specie. Nel caso di Najas, lo sfalcio, che è il tipo di intervento gestionale generalmente più utilizzato, potrebbe non dare risultati soddisfacenti. Inoltre lo sfalcio risulta un’operazione piuttosto costosa, in quanto va effettuato in maniera corretta, attraverso imbarcazioni dotate di lama regolabile e con la completa rimozione dal lago del materiale sfalciato.

Nel 2017 quindi il Comune di Vallelaghi, con la consulenza di tecnici dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) e il supporto operativo del gruppo sommozzatori del Servizio Antincendi e Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento, ha messo in atto una sperimentazione per contenere il proliferare di queste piante; essa consiste nel posizionamento, in alcune zone del fondale, di teli di juta non trattata ad effetto pacciamante. I teli di juta (materiale naturale e biodegradabile) sono stati ancorati sul fondo con il duplice scopo di impedire la penetrazione dei raggi solari e ostacolare meccanicamente la crescita dei germogli e l’attecchimento dei semi. Sono stati creati cinque corridoi che favoriscono l’accesso a lago. I teli di juta sono trattenuti sul fondale da sacchi contenenti sabbia.

Lo scopo di questa sperimentazione vuole essere soprattutto quello di valutare l’efficacia di questa tecnica come supporto e/o alternativa allo sfalcio meccanico. Nel primo anno si è deciso di coprire un’area piuttosto limitata di fondale lacustre, in zone strategiche per lo sfruttamento turistico del lago. Se i risultati dovessero essere incoraggianti, si potrà valutare di ampliare per i prossimi anni le zone coperte, sempre limitatamente alle zone utilizzate per la balneazione e le attività turistico-ricreative.

 
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