Un commento a cura dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente
La giusta attenzione che si sta ponendo negli ultimi tempi sull’uso eccessivo della plastica, in particolare quella usa e getta, ha spinto molti consumatori a rivedere le loro abitudini di acquisto e consumo, portandoli a privilegiare le cosiddette bioplastiche. Diventa opportuno provare a fare il punto della situazione, con particolare riferimento all’ambito dell’organizzazione di eventi, nel quale l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) è impegnata a diffondere sostenibilità grazie al marchio provinciale Eco-Eventi Trentino, da essa rilasciato.
Troppa plastica
La produzione di plastica assorbe l'8% della produzione mondiale di petrolio. Ogni anno a livello mondiale vengono prodotti 240 milioni di tonnellate di plastica, di cui solamente il 3% viene riciclato. Circa la metà della plastica prodotta annualmente, per giunta, viene impiegata per produrre articoli monouso o imballaggi che vengono buttati entro l'anno. Gli impatti si fanno sentire soprattutto sugli ecosistemi marini. Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica, e così almeno un milione di uccelli marini e 100.000 tra mammiferi marini e tartarughe annualmente muoiono per ingestione di plastica.
La Direttiva (UE) 2019/904, il primo segno di una svolta necessaria
Preso atto dell’eccessiva produzione di plastica e soprattutto del suo insostenibile livello di dispersione nell’ambiente, l’Unione Europea, con la Direttiva (UE) 2019/904, ha imposto la messa al bando dei seguenti prodotti di plastica usa e getta in tutti gli Stati Membri entro il 3 luglio 2021 (si noti bene che la normativa italiana aveva già messo al bando i sacchetti di plastica):
Dalla plastica alla bioplastica?
La progressiva messa al bando della plastica, sostenuta dal fortunato slogan “plastic free”, ha dato un’ulteriore, forte spinta alla tendenza già in atto da tempo da parte del mercato di offrire al consumatore prodotti alternativi in bioplastica. Secondo la definizione data da Assobioplastiche, per bioplastiche s’intendono quei materiali e quei manufatti, siano essi provenienti da fonti rinnovabili o di origine fossile, che hanno la caratteristica di essere biodegradabili e compostabili. La biodegradabilità è la capacità di un materiale di essere degradato in sostanze più semplici mediante l’attività enzimatica di microorganismi. La compostabilità è la capacità di un materiale organico di essere riciclato organicamente assieme all’umido trasformandosi in compost mediante il compostaggio, un processo di decomposizione biologica della sostanza organica che avviene in condizioni controllate.
Il problema dei tempi di compostabilità e del cerchio che non si chiude
La compostabilità di un prodotto, senza dubbio di per sé in grado di renderlo più sostenibile rispetto a un prodotto non compostabile, è dichiarata in base a una norma europea (EN 13432:2002). Non sempre, tuttavia, un prodotto compostabile viene poi effettivamente compostato. Dichiara sul proprio sito il Consorzio Italiano Compostatori: “Non si può garantire l’effettivo ritiro dei prodotti da parte di tutti gli impianti associati. Ogni impianto è infatti libero di ritirare i rifiuti seguendo le proprie autorizzazioni e capacità di trattamento e questo in alcuni casi può significare che l’impianto non possa ritirare tutte le tipologie di prodotti certificati compostabili”. Infatti, in Trentino, i gestori dell’impianto di Cadino, il principale presente sul territorio provinciale, nell’autunno 2019 hanno dichiarato alla stampa locale che i loro cicli di compostaggio durano meno di un mese, mentre per le bioplastiche occorrono mesi, e che pertanto queste ultime vengono scartate e avviate a impianti di termovalorizzazione. In tal modo, quindi, il cerchio non si chiude e l’economia smette di essere circolare.
Dal “plastic free” al “single-use free”: il caso degli eventi
L’unica scelta davvero sostenibile appare quindi essere non tanto il passaggio dalla plastica alla bioplastica quanto l’eliminazione dei prodotti usa e getta in quanto tali, di qualunque materiale essi siano fatti. L’ambito degli eventi, in cui più massiccio risulta a oggi l’impiego di tali prodotti, è forse quello in cui si devono concentrare i principali sforzi. Nella nostra provincia esiste dal 2018 il marchio Eco-Eventi Trentino, rilasciato dalla Provincia autonoma di Trento per il tramite di APPA. Il disciplinare non incentiva in alcun modo l’uso delle bioplastiche, ma spinge verso l’eliminazione dell’usa e getta, richiedendo o premiando azioni quali l’uso dell’acqua del rubinetto, l’uso di tovaglie lavabili, l’uso di bicchieri, piatti e stoviglie lavabili, l’uso di bevande con vuoto a rendere, l’eliminazione degli alimenti e bevande monodose.
MN