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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

La qualità dell'aria in Trentino al tempo del Coronavirus

L’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha misurato significative riduzioni della concentrazione in atmosfera di biossido di azoto (NO2) tra il 40 e il 60%. Meno significativa invece la riduzione per le concentrazioni delle polveri sottili (PM10)

In Italia le prime misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 sono state adottate a fine febbraio per poi arrivare al sostanziale “lockdown”, valido su tutto il territorio nazionale, sancito dal DPCM dell’11 marzo e poi prorogato, con alcuni aggiustamenti, fino al 3 maggio 2020.

Questo susseguirsi di provvedimenti ha comportato una drastica diminuzione, fino quasi all’azzeramento, di molte attività responsabili di buona parte delle emissioni in atmosfera, e in particolare del traffico veicolare.

Alla quantità delle emissioni è associato l’impatto che queste generano sulla qualità dell’aria e sulle conseguenti concentrazioni di questi inquinanti in atmosfera. La correlazione fra emissione e immissione non è sempre, anzi quasi mai, lineare in quanto nel processo di diluizione intervengono molte variabili e fra queste le principali sono quelle meteorologiche e orografiche.

Concentrazioni di biossido (NO2) e monossido (NO) di azoto: una diminuzione rilevante

Per ridurre l’incertezza nella lettura dei dati misurati in questo periodo, dovuta in particolare alla variabilità delle condizioni meteorologiche, è stato fatto un confronto tra la concentrazione di monossido e biossido di azoto misurate nei mesi di marzo e aprile 2020 e quella mediamente misurata nello stesso bimestre nell’ultimo quinquennio 2015-2019 e che si assumono come “clima” atteso per questo periodo.

Sono quindi stati utilizzati i dati raccolti da tutte le stazioni della rete di monitoraggio provinciale orientate direttamente al traffico, nello specifico le stazioni di Trento via Bolzano e di Avio sulla A22, e quelle posizionate per la valutazione della qualità dell’aria in ambio urbano (definite “stazioni di fondo”) che risentono in maniera diffusa di tutte le sorgenti, posizionate a Trento Parco S. Chiara, Rovereto, Borgo Valsugana e Riva del Garda.

Per quanto riguarda il biossido di azoto, la diminuzione delle concentrazioni nel periodo rispetto al clima atteso sono risultate essere mediamente del 38% per le stazioni di fondo urbano (con una punta massima del 51% nella settimana 13-19 aprile) e del 45% per le stazioni orientate al traffico (con una punta massima del 62% sempre nella settimana 13-19 aprile). Dello stesso ordine di grandezza anche la dimunizione delle concentrazioni del monossido d’azoto. Una diminuzione quindi molto rilevante, riscontrata sia in ambito urbano, sia lungo le strade maggiormente trafficate.

 

Concentrazioni di polveri sottili (PM10): una diminuzione meno sensibile

Oltre al dato delle emissioni dirette, per le polveri sottili si devono considerare altri due fattori d’influenza, che hanno senz’altro agito anche durante il lockdown, ovvero la sua importante e in certi momenti preponderante componente “secondaria” (il particolato che si forma da altri composti gassosi e non proveniente da fonti dirette primarie) e i fenomeni di trasporto aereo dell’inquinante (a questo proposito è stato esemplare quanto successo in particolare nelle giornate del 28 e 29 marzo quando una consistente massa d’aria carica di particolato proveniente dalle zone desertiche del Caucaso ha determinato, pur in pieno lockdown, il superamento dei limiti di media giornaliera per il PM10 su larga parte dell’Italia del nord, Trentino compreso).

La diminuzione media nel periodo rispetto al clima atteso è risultata essere mediamente, nelle stazioni di fondo urbano, dell’8%, ma con concentrazioni che di fatto, per tutto il mese di aprile, sono risultate uguali o anche superiori a quelle misurate nello stesso mese durante il quinquennio 2015-2019. La stessa considerazione, seppure con una diminuzione media complessiva superiore, pari al 20%, può essere fatta per le stazioni orientate direttamente al traffico, Trento via Bolzano e Avio A22.

 

Conclusioni: l’impatto del traffico veicolare sulla qualità dell’aria

A conclusione di questa breve analisi degli impatti sulla qualità dell’aria dovuti ai provvedimenti di sospensione parziale delle attività durante l’epidemia di Covid-19, si possono individuare già indicazioni piuttosto chiare circa il rilevante impatto del traffico veicolare sulle concentrazioni degli ossidi di azoto, e con esse la conferma delle valutazioni e misure contenute anche nel Piano di tutela della qualità dell’aria vigente in Trentino, volte a contrastare progressivamente le emissioni da traffico di questo inquinante. Si ricava altresì conferma che, per quanto riguarda invece le polveri sottili (PM10, ma anche PM2,5), il traffico veicolare ha sì una sua rilevanza, ma le azioni di contrasto alle emissioni da adottare in futuro dovranno considerare principalmente altri fattori.

GT

 
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