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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Il progetto LIFE PrepAIR premiato dalla Commissione Europea per l'adattamento al Covid-19

Grazie a uno studio che ha ben evidenziato il legame tra le misure di contenimento della pandemia e l’inquinamento atmosferico nel bacino padano, aiutando a comprenderne meglio le dinamiche.

Al LIFE AWARD 2020 - l’evento organizzato dalla DG Environment della Commissione Europea che ogni anno premia i migliori progetti del programma LIFE - il progetto PrepAIR ha ricevuto il premio speciale per l’adattamento al COVID-19. PrepAIR, di cui è partner operativo anche la Provincia autonoma di Trento, con l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) e l’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia (APRIE), è stato premiato in virtù del lavoro svolto per investigare l’impatto del lockdown sulla qualità dell’aria nelle regioni coinvolte nel progetto e per aver reso disponibili online i materiali didattici sviluppati dalla specifica azione PrepAIRed!.

Un contributo alla comprensione dell’inquinamento atmosferico in Pianura Padana

Queste le motivazioni ufficiali della scelta: “Esiste un chiaro collegamento tra salute umana, ambiente e clima e queste interdipendenze sono state al centro di diversi progetti LIFE. Il premio speciale per l’adattamento al Covid-19 è andato al progetto italiano PrepAIR per il suo lavoro al tempo della crisi Covid. LIFE PrepAIR ha l’obiettivo di monitorare e migliorare la qualità dell’aria per 23 milioni di persone nella Pianura Padana. Quando è scoppiata la pandemia, il team ha aiutato un altro progetto italiano a studiare il legame tra l’inquinamento atmosferico e la diffusione di Covid-19, nonché l’impatto del blocco sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra. I risultati dovrebbero aumentare la comprensione delle complesse dinamiche che causano l’inquinamento nella Pianura Padana. Ciò aiuterà le autorità ad adottare strategie migliori per migliorare la qualità dell’aria nella regione. Il team di LIFE PrepAIR ha anche pubblicato il suo materiale didattico PrepAIRed! ad uso degli insegnanti durante il blocco”.

Lo studio

In particolare, il premio fa riferimento a due report di approfondimento, il primo presentato a giugno, il secondo di aggiornamento diffuso a settembre, sulla correlazione tra misure adottate nelle settimane di emergenza sanitaria e qualità dell’aria.

Lo studio ha preso in esame i primi cinque mesi del 2020, dunque anche il periodo che comprende l’iniziale diffusione della pandemia, l’attivazione progressiva delle misure di contenimento e le fasi 2 e 3 di riapertura graduale delle attività socio-economiche sul territorio nazionale.

Lo studio si è occupato principalmente di tre aspetti e delle loro interazioni: la valutazione delle variazioni delle emissioni inquinanti causate dalle misure di lockdown, le concentrazioni di inquinanti misurate dalle stazioni di monitoraggio e le condizioni meteorologiche del periodo.

Per stimare l’impatto delle misure di contenimento sulla qualità dell’aria che respiriamo, si deve confrontare lo scenario reale con uno scenario ipotetico che si sarebbe verificato in assenza di limitazioni della mobilità individuale e di molte attività. Nello studio in questione, lo scenario reale è dato dalle misure delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, mentre lo scenario “No-lockdown” – che non è direttamente misurabile – è stato ricostruito con specifici modelli chimici e di trasporto, simulando la qualità dell’aria su tutto il nord Italia nei primi mesi del 2020.

I risultati

Per quanto riguarda le emissioni di inquinanti, lo studio ha evidenziato che nei mesi di febbraio e marzo esse sono diminuite in maniera decisa, per poi cominciare gradualmente a crescere con l’allentamento del lockdown, fino a tornare su livelli pressoché normali.

Ciò ha riguardato in particolare le emissioni degli ossidi di azoto riconducibili al settore dei trasporti, mentre l’ammoniaca, originata principalmente dall’agricoltura, non ha subito significative variazioni. Inferiore rispetto a quelle di altri inquinanti anche la riduzione delle emissioni di particolato, a causa dell’aumento del riscaldamento domestico: ciò è avvenuto evidentemente in modo differenziato da regione a regione, in funzione della diffusione della biomassa.

Per quanto riguarda gli effetti di queste riduzioni sulle concentrazioni misurate, per gli ossidi di azoto e il benzene esse sono diminuite coerentemente con le emissioni degli stessi, mentre le concentrazioni di particolato mostrano una minore riduzione, riconducibile non solo a una minore diminuzione delle emissioni, ma anche a una dinamica più complessa dovuta all’origine mista dell’inquinante (primaria + secondaria) e alle condizioni meteo.

I risultati in Trentino

Nello specifico caso del Trentino, la diminuzione delle concentrazioni degli ossidi di azoto rispetto alla media del periodo è stata mediamente del 38% nelle stazioni di misura del fondo urbano, con una punta massima del 51% nella settimana 13-19 aprile, e del 45% nelle stazioni di traffico, con una punta massima del 62% sempre nella settimana 13-19 aprile.

Invece la diminuzione delle concentrazioni di particolato rispetto alla media del periodo è stata complessivamente dell’8% nelle stazioni di misura del fondo urbano e del 20% per le stazioni di traffico, con la precisazione che per tutto il mese di aprile e dunque sempre in periodo di lockdown i valori sono risultati uguali o anche superiori a quelli misurati nello stesso mese durante il quinquennio 2015-2019 preso a riferimento.

Per ulteriori approfondimenti si può consultare il sito web del progetto LIFE PREPAIR https://www.lifeprepair.eu/

GT

 
Per ulteriori approfondimenti