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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

La Terra, il Trentino, il futuro e il contributo di APPA

In occasione della Giornata mondiale della Terra (22 aprile), l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha ricordato i motivi per cui è necessario agire subito, favorendo un cambiamento che sia prima di tutto culturale.

La Terra, un dono fragile

La Giornata mondiale della Terra è stata l’occasione per ribadire con forza che è solo preservandola, mitigando il surriscaldamento climatico in corso, che l’uomo potrà continuare ad abitarvi in modo dignitoso. La Terra si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa. Da circa mezzo miliardo di anni esistono sul pianeta forme di vita complessa. Da circa 2 milioni di anni esiste il genere Homo, e solo da 200.000 la specie Homo Sapiens, la nostra. Da quando esistono forme di vita complessa sulla Terra, si sono verificate cinque grandi estinzioni (Big Five), a causa delle quali la stragrande maggioranza delle specie viventi sul pianeta scomparve. L’ultimo dei Big Five si verificò circa 65 milioni di anni fa ed estinse, fra gli altri, i dinosauri. Fu causato da un meteorite. Oggi qualcuno ritiene probabile una prossima, relativamente imminente, sesta estinzione. La causa stavolta potrebbe essere Homo Sapiens stesso, e nello specifico il sovra sfruttamento delle risorse naturali e il surriscaldamento climatico generato dalle attività umane negli ultimi duecento anni. Finora, rispetto all’era preindustriale, la temperatura è aumentata di circa un grado (1,2°C). Già questo piccolo aumento potrebbe presto portare alla scomparsa di un quarto di tutti i mammiferi, un quinto dei rettili e un sesto degli uccelli. E, se non si raggiungeranno gli obiettivi di riduzione dei gas serra, in un futuro non troppo lontano potrebbe essere anche Homo Sapiens a rischiare di estinguersi, o per lo meno di risultare radicalmente decimato, in condizioni di vita completamente diverse rispetto a quelle attuali, senz’altro molto peggiori.

Dal cambiamento climatico al cambiamento culturale

L’antropologo olandese Mauro Van Aken ha affermato: “Il cambiamento climatico è il prodotto della relazione eccezionale che la società occidentale ha avuto con l’ambiente concependolo come comparto a sé, esterno all’essere umano”. Sempre Van Aken sostiene che “Oggi i cambiamenti climatici obbligano l’occidente a riscrivere il suo rapporto con il naturale e ciò non implica solo un cambiamento economico ma anche culturale”. Se non saremo in grado di farlo, scrive Amitav Ghosh, “questa nostra epoca, così fiera della propria consapevolezza, verrà definita l’epoca della Grande Cecità”.

Gli impatti dei nostri stili di vita

L’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura a fine secolo ben al di sotto dei due gradi, previsto dall’Accordo sul Clima di Parigi, può essere raggiunto solamente riducendo le emissioni di gas a effetto serra prodotte da tutti i settori, in primis quelli che riguardano il territorio e il cibo. Si stima che il 23% delle emissioni globali di gas serra derivino da agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo. Se si considera tuttavia il sistema alimentare nel suo ciclo completo, dall'agricoltura e dall'allevamento, alla conservazione, al trasporto, all'imballaggio, alla lavorazione, al dettaglio, al consumo e ai rifiuti, si scopre che ben il 37% delle emissioni totali sono attribuibili al sistema alimentare. In questo conteggio è sorprendente il ruolo assunto dallo spreco alimentare pro capite, cioè di quel cibo acquistato che non viene consumato ma buttato da ciascuno di noi, che è aumentato del 40% dal 1960 e che corrisponde attualmente al 25-30% del cibo prodotto, che contribuisce a sua volta all’8–10% delle emissioni di gas serra del sistema alimentare. Appare quindi quanto mai necessaria una modifica radicale anche del comportamento dei consumatori nel consumo di cibo che deve passare necessariamente attraverso la riduzione degli sprechi alimentari, il consumo di carne di qualità da allevamenti non intensivi, che consentirebbe di rallentare il dramma della deforestazione e di dirottare la produzione di cereali e legumi verso il consumo umano, la scelta di consumare prodotti locali e a km0, la scelta di privilegiare prodotti di stagione e prodotti biologici, la diffusione dell’autoproduzione.

Il clima si surriscalda anche in Trentino

Sul pianeta Terra, una piccola porzione di spazio è occupata dal nostro Trentino. Anche i territori di montagna dell’area alpina, come il nostro, si trovano a dover affrontare importanti conseguenze legate all’aumento della temperatura, alla frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi, alla riduzione dei ghiacciai. Sono infatti accertati impatti sugli ecosistemi come spostamento in quota di piante e animali, l’alto rischio di estinzione di specie, l’aumento del rischio di malattie nelle foreste, l’aumento del rischio di frane e alluvioni. Per chi voglia approfondire questi aspetti, è possibile consultare il capitolo “Clima” del Rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia di Trento, corredato da infografiche e videografiche di sintesi: http://old.appa.provincia.tn.it/rapporto_ambiente_2020/rapamb_2020_condizioni/-Clima/

Il contributo di APPA

Anche il nostro piccolo Trentino vuole fare la sua parte per ridurre le emissioni di gas serra e limitare gli impatti del cambiamento climatico su ambiente e settori socio economici. In questo contesto, l’azione dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente appare cruciale. Su impulso dell’Agenzia, è stato avviato il percorso per l’adozione di una Strategia provinciale di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Questa iniziativa si colloca in una più ampia strategia, in atto da tempo, che vede impegnato il Trentino a declinare sul territorio il piano d’azione trasformativo che l’ONU ha chiamato Agenda 2030. Il percorso è segnato da 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, 169 target e 247 indicatori, e delinea un cambiamento radicale del modo di produrre, vivere, lavorare, consumare, studiare e pensare. Si tratta di trasformare il rapporto uomo-natura in una dimensione sempre più olistica, collaborativa, integrata e quindi sostenibile. A declinare Agenda 2030 in Trentino sarà la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile, che vede sempre l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente nel ruolo di coordinatrice. In queste ultime settimane, è stato attivato un percorso partecipativo per la definizione dei contenuti della Strategia. Dall’analisi dei contributi inviati dai cittadini e dalle cittadine emerge che le loro osservazioni e i loro suggerimenti si sono nettamente concentrati sui temi relativi al rapporto uomo-ambiente. Questo denota che sta crescendo la coscienza dell’importanza di preservare questo prezioso equilibrio per il benessere presente e futuro del nostro territorio. Un equilibrio che peraltro ha delle forti ripercussioni anche sugli aspetti sociali: il rapporto tra aumento delle disuguaglianze, migrazioni e cambiamento climatico ne è un esempio, ma anche tra stili di vita, povertà ed equità.

Fare massa critica

Per la concreta realizzazione del progetto trasformativo delineato da Agenda 2030 è fondamentale rafforzare la massa critica e promuovere il radicamento di un pensiero e di un coerente comportamento sostenibile nella cittadinanza. Questa azione di educazione collettiva, nelle scuole e fuori, e di esercizio di una cittadinanza planetaria è il prerequisito per la realizzazione di tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e per qualsiasi cambiamento possibile dei nostri modelli di sviluppo. In occasione della Giornata mondiale della Terra l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha voluto ribadire il proprio impegno in prima linea nello sforzo che tutti, a livello mondiale, dobbiamo fare per preservare il solo pianeta che abbiamo.

MN