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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Qualità dell'aria nel 2020, tra andamenti confermati e novità dovute al lockdown

Pubblicato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente il rapporto annuale 2020 sulla qualità dell’aria in Trentino: calano i biossidi di azoto (effetto lockdown), resta critico l’ozono, sotto i limiti gli altri inquinanti.

Fra le innumerevoli ripercussioni prodotte dall’epidemia da Covid-19 che ha caratterizzato il 2020 vi è stato anche un rilevante impatto sulle emissioni di inquinanti riconducibili in maniera preponderante a comparti, come quello della mobilità e dei trasporti, che condizionano in maniera significativa la qualità dell’aria anche nella nostra provincia. La rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita da APPA, composta dalle sette stazioni fisse di misura dislocate a Trento Parco S. Chiara, Trento Via Bolzano, Borgo Valsugana, Rovereto Largo Posta, Riva del Garda e Monte Gaza, ha così potuto registrare alcune significative variazioni delle concentrazioni soprattutto per gli inquinanti la cui sorgente principale è rappresentata proprio dalle emissioni dei veicoli.

Effetto lockdown, biossidi di azoto in netto calo

In particolare, durante il periodo di lockdown totale che ha interessato i mesi primaverili del 2020 vi è stata una diminuzione delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2) superiore al 50% rispetto al trend atteso per lo stesso periodo, e ciò ha consentito, per la prima volta da quando sono iniziate le misure, di rispettare il limite di media annua fissato per questo inquinante anche presso la stazione di Trento - via Bolzano, stazione specificatamente dedicata al monitoraggio delle emissioni da traffico.

L’impatto della parziale e temporanea sospensione di tanta parte delle attività intervenuta nel 2020 non è invece stato così rilevante per gli altri inquinanti le cui concentrazioni hanno sostanzialmente confermato lo stesso trend degli anni precedenti.

PM10 e benzo(a)pirene, due inquinanti critici rimasti sotto i limiti

Per quanto riguarda le polveri sottili PM10 e il benzo(a)pirene, due inquinanti la cui presenza nelle nostre valli è ancora significativa e in alcune situazioni ancora potenzialmente critica, i dati del 2020 si sono confermati positivi con i rispettivi indicatori – numero di superamenti del limite previsto per la media giornaliera di PM10 e media annua di benzo(a)pirene – posizionati al di sotto dei rispettivi valori limite e obiettivo.

Significativo evidenziare come le polveri sottili PM10 non abbiano mostrato significative riduzioni per effetto del lockdown, e ciò in conseguenza, e a conferma, del peso che per questo inquinante hanno la componente secondaria e le emissioni da combustione della biomassa per il riscaldamento domestico, evidentemente non intaccate dai provvedimenti introdotti per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19, se non in aumento per la temporanea maggior permanenza a casa delle persone.

Concentrazioni oltre i limiti per l’ozono

Permane infine la criticità rappresentata dalle concentrazioni dell’inquinante ozono, che anche nel 2020 ha confermato il superamento del valore obiettivo, calcolato su media triennale, presso tutte le stazioni di misura, con la sola eccezione di Borgo Valsugana, oltre ai consueti superamenti, peraltro in numero inferiore rispetto agli anni precedenti, della soglia di informazione durante i mesi estivi.

Abbondantemente confermato, in continuità con quanto in evidenza ormai da molti anni, il rispetto dei valori limite e obiettivo per tutti gli altri inquinanti monitorati, polveri fini PM2,5, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene e metalli.

LF/GT

 
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