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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Odori, un monitoraggio difficile

Gli esiti di una valutazione del disturbo olfattivo condotta dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente a Levico Terme nel 2020

La particolarità e la difficoltà del monitoraggio degli odori risiede soprattutto nella loro quantificazione oggettiva, in quanto la loro percezione è connaturata alla normale variabilità e soggettività percettiva delle persone. Da ciò deriva che, se è relativamente semplice individuare la presenza di una generica molestia a fronte di frequenti segnalazioni da parte dei residenti, è molto più complesso renderla oggettiva sia in termini quantitativi (per quanto tempo si percepisce l’odore e con quale intensità), sia talvolta in termini qualitativi (di che odore si tratta).

Odori da un impianto di produzione di conglomerati bituminosi, indagine a Levico

Con questo principale obiettivo, nel periodo giugno – dicembre 2020 la frazione Quaere del comune di Levico Terme è stata teatro di un’approfondita indagine tesa a dimostrare il rapporto causa-effetto fra le emissioni odorigene originate da un vicino impianto di produzione di conglomerati bituminosi e il conseguente disturbo percepito dalla popolazione, con l’intento di distinguere le situazioni occasionali o temporanee da quelle dovute a un contesto in cui la molestia è quantitativamente superiore alla soglia di accettabilità fissata dalle linee guida provinciali in materia di odori.

Naso elettronico e nasi umani

L’indagine è stata condotta mediante un sistema di misura senso-strumentale, comunemente chiamato naso elettronico, addestrato a riconoscere le impronte olfattive delle principali sorgenti potenzialmente odorigene presenti nell’impianto di produzione del conglomerato bituminoso. Il naso elettronico è stato poi affiancato da una contestuale raccolta delle segnalazioni degli episodi di odore percepiti dai residenti: vista la particolarità del contesto e grazie alla disponibilità di gran parte dei residenti, si sono infatti potuti ingaggiare 22 volontari ai quali è stata distribuita una scheda sulla quale annotare i momenti con presenza di odore da essi percepiti.

La qualità dell’aria

Ancorché le segnalazioni provenienti da tempo dai residenti fossero relative all’odore e non ad altri potenziali fattori, all’indagine olfattometrica è stata affiancata, per circa tre mesi, anche una parallela indagine sulla qualità dell’aria. Le misurazioni in questo caso sono state condotte utilizzando un campionatore per polveri sottili PM10 con analisi gravimetrica e chimica degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e dei principali metalli. I valori rilevati non hanno in ogni caso evidenziato anomalie o criticità, risultando del tutto nella norma.

I risultati: odori entro i limiti, ma percepiti comunque come molesti

Riguardo al monitoraggio degli odori, e in estrema sintesi, le informazioni raccolte durante l’indagine hanno confermato l’indubbia presenza di frequenti momenti in cui le lavorazioni riconducibili all’azienda di produzione del conglomerato bituminoso provocano un impatto odorigeno presso i residenti nelle aree limitrofe.

In termini quantitativi, tuttavia, sia la somma delle ore durante le quali il naso elettronico ha registrato la presenza delle varie classi di odore, sia la somma della durata degli episodi annotati dai segnalatori volontari, sono risultate al di sotto del limite di accettabilità, fissato dalla linee guida provinciali al 2% delle ore complessive di rilevamento, pari a una media di circa 15 ore al mese.

Resta in ogni caso il fatto che la frequenza dei fenomeni, ancorché di durata accettabile per quanto fissato dalle linee guida provinciali, possa costituire un elemento in grado di acuire notevolmente la percezione di molestia da parte dei residenti.

GT