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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Fitofarmaci nei fiumi e campionatori passivi: un'innovativa tecnica di monitoraggio

Nel contesto di un efficace monitoraggio dello stato di qualità delle acque presenti sul territorio, un'attenzione particolare è data al controllo dei fitofarmaci. In provincia di Trento, la presenza di fitofarmaci nei corsi d'acqua viene costantemente monitorata dall'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (APPA).

Nel contesto di un efficace monitoraggio dello stato di qualità delle acque presenti sul territorio, un’attenzione particolare è data al controllo dei fitofarmaci. In provincia di Trento, la presenza di fitofarmaci nei corsi d’acqua viene costantemente monitorata dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA). Queste sostanze, che possono avere un impatto significativo sugli ecosistemi d’acqua dolce, concorrono a determinare lo stato chimico e lo stato ecologico dei corpi idrici. Oltre ai normali campionamenti mensili, vengono condotte analisi specifiche utilizzando campionatori automatici.

Catturare tutte le sostanze inquinanti

Dal 2017 vengono utilizzati inoltre dei campionatori passivi: una tecnica usata per la prima volta, innovativa nel contesto italiano. Essa consente di catturare per un periodo definito tutte le sostanze inquinanti trasportate da un corso d’acqua. La sperimentazione prevede la disposizione di tali campionatori, ogni quattro settimane, in punti selezionati, con successiva analisi presso i laboratori di APPA del materiale raccolto ed elaborazione dei risultati. I punti di campionamento sono stati scelti su alcuni corsi d’acqua che non raggiungono gli obiettivi di qualità proprio a causa della presenza di fitofarmaci. Parte di questa sperimentazione è stata oggetto di una tesi di laurea seguita da Camilla Forti, studentessa trentina che si è laureata con alla facoltà di Agraria dell’Università di Bologna.

Una misurazione più rappresentativa

I campionatori passivi rappresentano un efficace strumento di analisi semi-quantitativa usato per riscontrare contaminanti particolarmente difficili da determinare con le metodologie di campionamento convenzionali. Rispetto ai metodi tradizionali i campionatori passivi misurano, piuttosto che la concentrazione totale, la frazione libera disciolta di un inquinante e quindi quella biologicamente disponibile, permettendo anche una valutazione di tipo tossicologico; forniscono una misura più rappresentativa delle concentrazioni medie dell’inquinante nel tempo; possono essere utilizzati per misurare le concentrazioni di inquinanti organici polari e non-polari e di composti inorganici, inclusi metalli, anioni e radionuclidi. I metodi di analisi sono gli stessi che si utilizzano per i campioni raccolti puntualmente. Il campionamento passivo consente il monitoraggio di contaminanti in acqua (acque superficiali, acque sotterranee, acque costiere...) per un lungo periodo (giorni o settimane). In tal modo viene calcolata la media della concentrazione di ciascun contaminante.

Una tecnica non ancora ufficiale, ma molto utile

Per ora si tratta di un approccio che non ha un’ufficialità normativa ma rimane un utile strumento per indagare in maniera integrata le dinamiche dei nutrienti su scala temporale mensile e consente di evidenziare composti che altrimenti con un campionamento puntuale non sarebbero identificati. Questo permette così di verificare anche in maniera sito-specifica come le pratiche colturali possano influenzare i corsi d’acqua, e se necessario consente di apportare dei correttivi per ridurre la pressione di sostanze inquinanti.

 
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