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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Ecolabel Europeo per il turismo, il Trentino riparte

Si è tenuto il 29 settembre 2017, nell'ambito della Borsa Internazionale del Turismo Montano, il convegno "Verso un turismo sostenibile: i nuovi criteri Ecolabel UE per le strutture ricettive", organizzato dalla Borsa in collaborazione con l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (APPA).

Si è tenuto il 29 settembre 2017, nell’ambito della Borsa Internazionale del Turismo Montano, il convegno “Verso un turismo sostenibile: i nuovi criteri Ecolabel UE per le strutture ricettive”, organizzato dalla Borsa in collaborazione con l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA).

I nuovi criteri

Nel 2017, proclamato Anno Internazionale del Turismo Sostenibile dall’ONU, l’Unione Europea ha emanato i nuovi criteri per l’assegnazione del marchio Ecolabel Europeo alle strutture ricettive, sostituendo i vecchi, ormai datati, del 2009. L’impianto è stato in ogni caso confermato, con una tendenza alla semplificazione. Per certificarsi, la struttura deve adesso rispettare 22 criteri obbligatori (erano 29) e conseguire, tramite i 45 facoltativi (erano 61), un punteggio minimo.

Cosa cambia

Rispetto ai contenuti, e guardando ai soli criteri obbligatori, restano attivi gli impegni generali per il risparmio energetico (illuminazione in classe A, impianti termici a basso consumo, spegnimento automatico di riscaldamento e luci), l’uso di fonti rinnovabili, il risparmio idrico (rubinetti e vasi sanitari a flusso ridotto, riutilizzo di biancheria e asciugamani), la prevenzione dei rifiuti (limitazione dei monodose alimentari e dei prodotti usa e getta). A essere potenziata rispetto al passato è soprattutto la gestione ambientale della struttura, nell’idea che l’impegno per l’ambiente non si declini solo in una serie di azioni predefinite e circoscritte, ma trovi attuazione anche in un’attività più larga e aperta, fatta di programmazione per il miglioramento, di valutazione dell’efficacia, di formazione del personale, d’informazione e coinvolgimento degli ospiti, di manutenzione delle apparecchiature e di monitoraggio dei consumi.

Quale impegno

Se il gestore della struttura ricettiva dimostra di rispettare queste regole, non solo durante la verifica iniziale, ma anche dopo, quando può essere sottoposto a controlli periodici a sorpresa, può ottenere il marchio dall’Organismo Competente al suo rilascio (in Italia, il Comitato Ecolabel-Ecoaudit di nomina ministeriale). Ed è evidente che lo sforzo maggiore non si fa prima, ma dopo l’ottenimento: non solo per mantenere attive le azioni, ma anche, e soprattutto, per comunicare verso l’esterno lo sforzo, in modo da averne un ritorno anche commerciale. Chiaramente, tutto questo per la struttura ricettiva ha un costo. Che non è solo quello dei diritti annuali previsti dal marchio (relativamente contenuti: lo 0,10% del fatturato da pernottamento), né quello economico richiesto dagli aggiustamenti per uniformarsi alle richieste (raramente i criteri richiedono per la loro attuazione investimenti di denaro significativi), quanto soprattutto quello organizzativo, avente a che fare con le risorse umane coinvolte (procedure da attuare, staff da formare, clienti da informare). Senza contropartita, è difficile che il gestore di una struttura ricettiva decida di sostenere tali costi.

Quale contropartita

In Trentino, l’Ecolabel Europeo nel settore turistico è diffuso da oltre dieci anni, facendone la provincia italiana con la maggior densità di strutture certificate. In uno studio condotto nel 2015, l’APPA, che prende parte alle procedure di verifica del marchio, ha valutato l’efficacia di questa applicazione, confrontando le prestazioni ambientali delle strutture certificate con quelle di un campione di strutture non certificate. Ecco la conclusione: “L’indice sintetico di sostenibilità, elaborato per fotografare le prestazioni complessive delle strutture ricettive in termini di gestione dei rifiuti, emissioni di CO2, gestione energetica e gestione idrica, evidenzia come le strutture Ecolabel, su una scala di prestazione ambientale che va da zero (peggior prestazione) a 100 (miglior prestazione), ottengano 22 punti in più rispetto alle strutture standard (73 contro 51)”. Questo, ha rilevato il medesimo studio, ha un riscontro economico importante: “Il risparmio medio nei confronti di una struttura standard è di 10,51 €/mq/anno ovvero di 200,9 € ogni 100 clienti; considerando le presenze medie di un albergo trentino, il risparmio stimato sarebbe pari a circa 15.000 € all’anno per struttura, pari a circa 23 milioni di euro su tutto il Trentino”.

Criticità e prospettive

Eppure, qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Le strutture ricettive trentine che hanno abbandonato il marchio Ecolabel in questi anni sono decine: si è passati da un massimo di 122 strutture (2009) alle 44 di oggi. Perché? È lo stesso studio dell’APPA a evidenziare le probabili motivazioni: eccesso di burocrazia, ridotte o nulle agevolazioni e soprattutto scarsa conoscenza del marchio da parte dei turisti. La situazione non è diversa nel resto d’Italia né d’Europa, dove un calo così sensibile non si è avuto solo perché la precedente diffusione non era stata così capillare. Non è un caso, quindi, che alle medesime conclusioni dello studio dell’APPA sia giunta la stessa Commissione Europea nella sua recente relazione sull’attuazione del Regolamento che disciplina il funzionamento dell’Ecolabel Europeo. La Commissione ha parlato di utilità del marchio limitata dalla sua scarsa diffusione e conoscenza. Tra le azioni necessarie a potenziarne l’efficacia, richieste dalla Commissione al Parlamento che dovrà prossimamente approvare il nuovo Regolamento, ci sono la riduzione dei costi amministrativi e di verifica e soprattutto una strategia di comunicazione pianificata da condividere con gli Stati Membri.

mn

 
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