Logo per la stampa
 
 

Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Polveri sottili e benzo(a)pirene, gli inquinanti invernali: quali effetti sulla salute?

Sia le polveri sottili (le cosiddette PM10 e PM2,5) che il benzo(a)pirene sono inquinanti prodotti dalla combustione, in particolare quella della biomassa legnosa usata nel riscaldamento delle abitazioni.

Sia le polveri sottili (le cosiddette PM10 e PM2,5) che il benzo(a)pirene sono inquinanti prodotti dalla combustione, in particolare quella della biomassa legnosa usata nel riscaldamento delle abitazioni. Vengono emesse quantità significative di tali inquinanti quando la combustione della legna non è condotta in modo ottimale, a causa dell’utilizzo di legna o pellet di cattiva qualità (legna umida, pellet non certificato) o dell'utilizzo di stufa o caldaia obsoleta, non installata a regola d’arte o senza una regolare pulizia del camino.

Perché arrivano col freddo?

È nei mesi invernali che si sente parlare più spesso di inquinamento da polveri sottili. Ciò accade perché i mesi invernali sono quelli in cui principalmente si concentrano le emissioni da riscaldamento e in cui le condizioni meteorologiche sono le più avverse a una naturale dispersione degli inquinanti, con fenomeni di inversione termica e scarsità di vento che comportano un forte ristagno degli inquinanti stessi. Ciò che viene emesso rimane pertanto vicino al punto di emissione, cioè alle nostre abitazioni.

Quale situazione in Trentino?

La rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) fornisce dati confortanti, segnalando concentrazioni di polveri sottili in calo negli anni recenti: dal 2013, dopo un periodo di spiccata variabilità, il limite dei 35 superamenti annuali di concentrazione giornaliera di PM10 è rispettato in tutti i siti di misura, così come il limite sulla media annuale sia di PM10 che di PM2,5. Anche le concentrazioni di benzo(a)pirene, che sono misurate a Trento città, oscillano attorno al valore obiettivo.

Permangono tuttavia alcune criticità in situazioni caratterizzate da consistente uso di legna per riscaldamento e da condizioni orografiche e meteo-climatiche che sono particolarmente avverse alla dispersione degli inquinanti, soprattutto in contesti montani e valli strette, dove sono state misurate concentrazioni di benzo(a)pirene elevate nel periodo invernale.

 
 
 

Qual è l’impatto sulla salute?

L’effetto sulla salute delle polveri sottili è, ai più, noto: capacità di penetrare nell’apparato respiratorio con effetti acuti, come irritazione dei polmoni, tosse e mancanza di respiro, ed effetti a lungo termine, cronici o cancerogeni. Meno noti, invece, sono il benzo(a)pirene e i suoi effetti. Si tratta di un composto appartenente alla classe degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), presente a sua volta nel particolato, adsorbito in esso. Pur non essendo stati rilevati casi di effetti tossicologici acuti, è certo il suo effetto cancerogeno e la International Agency for Research on Cancer (IARC) lo ha classificato come “cancerogeno per l’uomo”.

Il ruolo di APPA

Da anni APPA approfondisce il tema dell’inquinamento atmosferico, con studi, campagne di monitoraggio e campagne di informazione e sensibilizzazione. E continua a farlo anche grazie al progetto Life Prepair, che vede la Provincia autonoma di Trento, e quindi APPA, in prima linea nel promuovere una progettazione e un impiego più sostenibili degli impianti termici a biomassa legnosa, oltre che nel diffondere buone pratiche per un corretto utilizzo della biomassa legnosa e una maggiore consapevolezza degli impatti negativi sulla salute.

 
Per ulteriori approfondimenti: