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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Schiume nelle acque superficiali, quando la natura fa tutto da sola

A volte non è l’uomo a generarle: l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente spiega cosa sono e come distinguerle

Specialmente in certi periodi dell’anno all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) e al Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento arrivano segnalazioni da parte di privati cittadini riguardo alla presenza di schiume o colorazioni nelle acque superficiali. Spesso sono segnalazioni allarmate, perché giustamente è stato avvistato qualcosa di anomalo, che di primo acchito fa pensare a un inquinamento, ma non sempre è così. Cerchiamo di spiegare il perché.

Una formazione instabile di bolle d’aria

Le schiume sono una formazione instabile di bolle d’aria favorite da sostanze tensioattive che, abbassando la tensione superficiale di un liquido, facilitano l’introduzione dell’aria in esso. Proteine, saponine naturali, polisaccaridi e sostanze oleose sono tensioattivi naturali, mentre detersivi e saponi per la pulizia del corpo sono tensioattivi sintetici.

Dove si formano le schiume

Riguardo alla localizzazione delle schiume nei corsi d'acqua, è più facile osservarle nei tratti in cui, per la turbolenza, viene inglobata dell’aria, quindi vicino a briglie, zone con flusso caotico, a valle di cascate; trasportata dalla corrente tende a decomporsi, ma può accumularsi nelle zone di calma. Nei laghi le si può osservare sulle sponde, in presenza di moto ondoso indotto da forte vento o in prossimità della foce degli immissari, mentre le correnti possono dare origine a striature sul pelo dell’acqua.

Quando la colpa è dell’uomo

Le schiume si possono formare per cause antropiche, ossia legate all’attività dell’uomo, e tra queste ricordiamo ad esempio: l’immissione di detergenti e di liquami, gli scarichi industriali, gli scarichi dei depuratori civili, il dilavamento di terreni coltivati, lo sfalcio della vegetazione perifluviale o litoranea; in questi casi la formazione di schiume diventa un importante sintomo di alterazione della naturalità degli ambienti acquatici.

E quando invece fa tutto la natura

Se invece le cause della formazione delle schiume sono completamente naturali, si tratta di fenomeni che non indicano alterazioni della naturalità, anche se talvolta risultano molto vistosi. Ne sono esempi le forti piogge e il vento, che inducono la movimentazione di materiale decomposto e il distacco dal fondo delle alghe bentoniche (diatomee e alghe filamentose), ricche in polisaccaridi e sostanze oleose di riserva, ma anche le variazioni repentine della temperatura dell’acqua, che provocano lo sfarfallamento di insetti acquatici e la schiusa delle uova durature dei crostacei Cladoceri con la conseguente liberazione di materiale proteico e, soprattutto in autunno, la presenza di funghi (Deuteromiceti) associati alla vegetazione in decomposizione (foglie), anch’essi costituiti da materiale di natura polisaccaridica e proteica. A volte la natura può quindi essere più abile dell’uomo a sconvolgere la normalità.

Gli indizi per distinguere

Generalmente è difficile distinguere la schiuma di origine naturale da quella provocata dall’azione dell’uomo. Esistono però alcuni indizi, che, se ben interpretati, possono darci delle preziose indicazioni. Le schiume generate da tensioattivi chimici, inizialmente molto vistose, sono poco persistenti ma si riformano subito non appena si agita il campione in un contenitore; inoltre spesso presentano odore di sapone o detersivo e presenza di bolle iridescenti. Le schiume generate da tensioattivi naturali hanno invece colore biancastro con sfumature verde-marrone e caratteristico odore  di terriccio o di pesce, sono spesso correlate agli eventi meteorici (piogge intense, scioglimento delle nevi, vento) e una volta formate persistono a lungo nell’ambiente. Di seguito si riportano alcune immagini di schiume naturali.

SC

 

Schiuma al lido di Caldonazzo (novembre 2005)

 

Schiuma sul torrente Avisio (febbraio 2016)

 

Schiuma nel fiume Sarca (gennaio 2019)

 
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