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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Parola agli ispettori ambientali

Come si diventa ispettore, come si organizza il proprio lavoro, con quali strumenti, con quali criticità e soddisfazioni. “La complessità normativa è un elemento che rende difficile il nostro lavoro, mentre l’autonomia decisionale e la consapevolezza di contribuire alla riduzione degli inquinamenti sono uno stimolo a svolgerlo al meglio”

Per capire in modo più approfondito e “qualitativo” il lavoro di ispettore ambientale, abbiamo intervistato due degli ispettori ambientali di lungo corso in forza all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente.

Innanzitutto, come si diventa ispettore ambientale? 

Frequentando il corso di laurea interateneo in "Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro" dell’Università di Verona (con sede a Trento) o altri corsi di laurea almeno triennale in discipline tecnico-scientifiche. Successivamente è richiesta la partecipazione a un concorso pubblico per l'accesso alla figura professionale di Funzionario tecnico della prevenzione nell'ambiente.

Com’è organizzata la vostra settimana-tipo?

Per quanto riguarda le attività programmabili e obbligatorie per regolamento/legge (es. ispezioni AIA), l'ispettore ambientale opera in funzione di un'attività preventivamente concordata con il Dirigente di riferimento. Per quanto riguarda le attività non programmabili (es. segnalazioni di inquinamento, deleghe dell'autorità giudiziaria, richieste di collaborazione di altri enti e/o istituzioni, ecc.), l'ispettore ambientale opera programmando la settimana di lavoro in autonomia, anche senza preventivo accordo su tempi e modalità con il Dirigente di riferimento. L'ispettore ambientale, se del caso, può anche intervenire in maniera autonoma su iniziativa personale, soprattutto per quanto attiene alle attività di vigilanza ai fini della repressione dei reati ambientali di rilevanza penale che richiedono le competenze derivanti dall'incarico di Ufficiale di polizia giudiziaria.

Quali sono gli strumenti tecnici e operativi con cui lavora un ispettore ambientale?

L'ispettore ambientale svolge, nell'ambito delle attività di controllo amministrativo, le attività di campionamento, misura, sopralluogo e ispezione, inclusa la verifica delle forme di autocontrollo, di competenza dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, per la verifica del rispetto della normativa ambientale sia statale che provinciale, anche utilizzando la strumentazione tecnica a sua disposizione in funzione delle varie matrici interessate (es. sonde multiparametriche, autocampionatori, rilevatore a raggi X, fonometro, ecc.). Negli altri casi, in cui è richiesta la competenza di Ufficiale di polizia giudiziaria nella repressione di reati ambientali penalmente rilevanti, opera nel rispetto delle procedure previste dal codice di procedura penale, rapportandosi direttamente ed esclusivamente con l'Autorità giudiziaria.

Quali sono le principali difficoltà del vostro lavoro? 

La complessità della normativa ambientale statale, in continua evoluzione e spesso non allineata con quella provinciale,  e la mancanza di specifici orientamenti normativi e giurisprudenziali consolidati (e univoci) a cui riferirsi, che disorientano l'ispettore ambientale nelle proprie decisioni. Un'altra difficoltà del nostro lavoro riguarda i rapporti con i rappresentanti delle ditte sottoposte a controllo, ai quali siano imputabili violazioni ambientali che richiedono l'adozione di procedimenti penali nei loro confronti ovvero sanzioni pecuniarie di rilevante entità. 

E gli aspetti più soddisfacenti? 

In alcune occasioni la relativa autonomia decisionale (che tuttavia come sopra riportato costituisce un "boomerang"), la consapevolezza di contribuire a ridurre gli inquinamenti e a migliorare le condizioni ambientali, anche attraverso un'attività di controllo che non sempre è di tipo repressivo.