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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Acqua

Per quanto riguarda gli usi dell’acqua, l’idroelettrico resta di gran lunga quello che movimenta i maggiori volumi di acqua (91,2%), tuttavia restituendola interamente dopo l'uso, senza dissipazione della risorsa; seguono l'uso ittiogenico (3,4%), quello agricolo (3,1%) e quello civile (1,6%).

Per quanto riguarda in particolare l’uso civile, in Trentino i consumi di acqua potabile sono maggiori rispetto alla media nazionale, ma gli acquedotti riscontrano un tasso di perdite inferiore, e nettamente superiore rispetto alla media nazionale è il grado di soddisfazione dell’utenza; riguardo alla depurazione dei reflui idrici prodotti dalle utenze domestiche, solo l’1% della popolazione provinciale non è allacciato a impianti di trattamento, e il tasso di inquinamento abbattuto è pari al 91%.

Per quanto riguarda la qualità dell’acqua, la situazione relativa è complessivamente positiva per corpi idrici fluviali e acque sotterranee, meno positiva per i laghi.

Per quanto riguarda la qualità dei fiumi, nel sessenio 2014-2019, dei 412 corpi idrici fluviali monitorati, solo 4 (l’1% del totale) non hanno raggiunto lo stato chimico buono, mentre quelli che hanno raggiunto almeno lo stato ecologico buono sono 350 (l’85%).

Per quanto riguarda la qualità dei laghi, la situazione non è altrettanto positiva. Dei 9 corpi idrici lacustri monitorati nel triennio 2017-2019, sono solo 3 quelli che raggiungono lo stato ecologico buono (Levico, Molveno e Garda trentino). Gli altri 6 (Caldonazzo, Ledro, Santa Giustina, Cavedine, Serraia, Toblino[1]) sono comunque sufficienti.

Per quanto riguarda le acque sotterranee, lo stato chimico è buono per tutti i corpi idrici sotterranei (10 in tutto il territorio provinciale) ad eccezione della Valle del Chiese, che ha visto la presenza diffusa del contaminante PFOS in basse concentrazioni.

 

[1] La classificazione del lago di Toblino si riferisce al monitoraggio effettuato nel triennio 2014-2016.