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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

Il 5G, la nuova tecnologia per la telefonia mobile.

Cerchiamo di fornire alcuni elementi che auspichiamo siano utili per rispondere alle domande più frequenti che circolano su questa tematica.

L’arrivo della quinta generazione di telefonia mobile, nota con il termine di 5G, sta destando diffidenze e preoccupazioni nei cittadini, bombardati dai media con informazioni spesso tra loro contraddittorie per non dire allarmistiche.
Cerchiamo di fornire alcuni elementi che auspichiamo siano utili per rispondere alle domande più frequenti.

Domande e risposte

Quali sono le peculiarità e le novità della tecnologia 5G rispetto a quelle precedenti?

Questa nuova tecnologia, oltre a consentire un incremento nelle prestazioni dei servizi attualmente in uso in termini di maggiori velocità e capacità di trasmissione dati , si distinguerà per il passaggio dalla comunicazione tra persone a quella delle reti tra oggetti. Il 5G infatti apre innumerevoli scenari per l’implementazione di nuovi servizi, quali ad esempio l’Internet of Things (Internet delle Cose), che offre la possibilità di connettere tra loro milioni di oggetti per chilometro quadrato: reti di automobili, reti di macchine utensili, reti di generatori di energia, ecc.

Inoltre l’incremento della capacità di raccolta dati in tempo reale renderà più efficienti gli algoritmi di Intelligenza Artificiale, consentendo di controllare da remoto oggetti autonomi, come ad esempio robot che potranno essere utilizzati al posto degli umani in situazioni di pericolo.

Cosa sono le cosiddette antenne smart?

La tecnologia 5G si avvale di antenne, recentemente sviluppate, che consentono di ottenere fasci direzionali di emissione con caratteristiche spaziali e temporali dinamiche. Questa modalità di esercizio consente di seguire gli spostamenti dell’utilizzatore del servizio in tempo reale, diminuendo di conseguenza l’esposizione dei cittadini, non connessi, che si trovano nella stessa zona.

È vero che il 5G userà frequenze nuove, mai utilizzate e indagate prima?

Gli intervalli di frequenza assegnati al 5G, definiti dal Ministero dello sviluppo economico con il Decreto del 5 ottobre 2018 “Piano nazionale di ripartizione delle frequenze” , sono tre:

  • banda 694-790 MHz (attualmente già utilizzata per le trasmissioni televisive);
  • banda 3,6-3,8 GHz;
  • banda 26,5-27,5 GHz.

Inoltre il 5G è uno standard di trasmissione in grado di operare su frequenze diverse. Per questo i gestori di telefonia hanno la possibilità di utilizzare per le trasmissioni 5G anche bande di frequenza già assegnate per le precedenti generazioni di telefonia, come ad esempio la banda dei 1.800 MHz, oggi usata per  la telefonia 2G (GSM) e 4G (LTE).

È vero che il 5G farà ricorso anche alle onde millimetriche e aumenterà il numero di antenne?

Nella banda 26,5-27,5 GHz rientrano le tanto discusse onde millimetriche che rappresentano una novità per le reti di telefonia mobile, ma che sono in uso da molti anni in altre applicazioni (ad esempio, i ponti radio, il telerilevamento e le comunicazioni satellitari).

A frequenze così elevate i campi elettromagnetici sono facilmente essere fermati dagli ostacoli, come ad esempio una porta, una parete, la vegetazione o la pioggia. Per questa loro caratteristica le onde millimetriche non possono essere impiegate per coprire vaste aree del territorio , ma  trovano applicazione in contesti specifici quali ad esempio piccole piazze, stadi, a bordo strada a supporto della guida autonoma, centri commerciali, ecc.

Le dimensioni più piccole di questi contesti (microcelle con dimensioni di qualche centinaio di metri quadrati in ambienti outdoor e qualche decina di metri quadrati in ambiente indoor)  comporta da un lato l’aumento del numero di antenne, dall’altro la diminuzione della potenza media di emissione.

Si avrà così una distribuzione dei livelli di esposizione più uniforme, con picchi di emissione inferiori nelle zone in prossimità delle antenne rispetto a quanto avviene attualmente.

È vero che gli abitanti di 4 comuni del Trentino sono oggetto di una “sperimentazione 5G”?

No. I residenti dei 4 Comuni trentini di Valfloriana, Sover, Castel Condino e Terragnolo non sono“cavie” di una sperimentazione. Questi 4 Comuni fanno parte di un elenco, stilato dall’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni, di 120 Comuni italiani che sono generalmente privi di servizi di comunicazione a larga banda e contemporaneamente privi di copertura mobile con tecnologia 4G.

L’obiettivo dell’elenco è garantire a tutti il servizio 5G, anche ad aree che difficilmente sarebbero raggiunte a causa di difficoltà tecnico-economiche. Non è pertanto definito che tali comuni  dovranno fruire per primi dei servizi 5G, ma piuttosto che ad essi dovrà essere garantito il servizio negli stessi termini temporali  di tutti gli utenti italiani. Infine si evidenzia che questo obiettivo di copertura si applica alla banda di frequenza 694 -790 Mhz, utilizzata già da tempo per i servizi televisivi e che pertanto non è una sperimentazione legata all’utilizzo di nuove bande di frequenza.

Si intendono avviare nuove indagini conoscitive nel prossimo futuro?

È in fase di approvazione e successivo finanziamento un progetto di ricerca, promosso dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che prevede tre linee di indagine:

  • esposizione personale a campi elettromagnetici;
  • indagini epidemiologiche;
  • studi di cancerogenesi sperimentale.

In tale progetto è prevista una collaborazione tra Agenzie per l’ambiente (tra cui APPA Trento) con il coordinamento di ISPRA, strutture del Servizio Sanitario Nazionale, Istituto Superiore di Sanità, ENEA e CNR.

Le indagini avviate o che comunque verranno avviate terranno conto delle nuove emissioni legate all’introduzione del 5G?

Sia le valutazioni preventive dei livelli attesi di campo elettromagnetico, sia le misure effettuate in campo tengono conto della sovrapposizione del contributo del nuovo segnale 5G al campo elettromagnetico preesistente. dovuto a tutti i sistemi per telecomunicazioni presenti nell’intorno dell’area di interesse.

È probabile che, con lo sviluppo di questa nuova tecnologia, il numero di impianti aumenterà , anche se la condivisione delle antenne tra più operatori di telefonia dovrebbe limitarne la proliferazione.

In ogni caso, l’incremento  del numero di antenne non porterà ad una crescita indiscriminata dei livelli di campo elettromagnetico perché  l’APPA verifica sempre che i progetti dei nuovi impianti, o la modifica di quelli esistenti, siano compatibili con i limiti di esposizione, che non hanno subito alcun aumento.

fonti: APPA Trento, ARPAT, Ecoscienza (4/2019)


Vuoi approfondire gli aspetti tecnici ed ambientali legati al 5G?

 

Il sito dell’APPA di Bolzano riporta interessanti videoclip sul 5G e sull’elettrosmog in generale

https://ambiente.provincia.bz.it/radiazioni/radiazioni-antenne.asp

ARPA Piemonte e ARPA Veneto approfondiscono il tema 5G rispondendo alle domande più frequenti

http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/campi-elettromagnetici/faq-5g

https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/agenti-fisici/radiazioni-non-ionizzanti/a-proposito-di-5g

L’ARPA Emilia Romagna riassume i punti salienti della nuova tecnologia:

https://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=4149&idlivello=2145

inoltre pubblica un dettagliato articolo sul tema 5G sulla rivista Ecoscienza:

https://www.arpae.it/ecoscienza/rivista.asp?id=73

 

L’ARPAT approfondisce il tema, anche alla luce dei risultati della sperimentazione 5G, che ha visto protagoniste le città di Prato e Livorno:

http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2020/020-20/quinta-generazione-di-comunicazione-mobile


Vuoi approfondire gli aspetti sanitari legati al 5G?

 

Alcuni link utili, dove puoi trovare:

  • il punto di vista dell’Istituto Superiore di Sanità:

https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/5g-e-salute-cosa-c-%25C3%25A8-da-sapere

  • le risposte dell’ICNIRP (Commissione Internazionale sulla Protezione dalla Radiazioni Non Ionizzanti) alle domande frequenti relative alle linee guida ICNIRP 2020 per i campi elettromagnetici a radiofrequenza:

https://www.iss.it/documents/20126/0/FAQ+ICNIRP+2020.pdf/9a57408a-852b-b4f5-0ae9-d0a958807dc6?t=1588003400026

  • Il rapporto ISTISAN del 2019 intitolato “Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”, che riassume i risultati delle ricerche effettuate su questo tema in tutto il mondo negli ultimi decenni:

https://www.iss.it/rapporti-istisan/11-19