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Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente

 

"I cambiamenti climatici sono rapidi e si stanno intensificando: rischio di conseguenze irreversibili"

Il clima sta cambiando in maniera più rapida e intensa del previsto mentre le azioni intraprese a livello globale per tagliare drasticamente le emissioni di gas serra, frenare il riscaldamento globale e contrastare la crisi climatica sono ancora del tutto insufficienti.

Questo in estrema sintesi quanto espresso oggi (9 agosto) da parte dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, presentando i risultati del primo gruppo di lavoro che contribuirà al Sesto Rapporto di Valutazione sul clima globale (https://ipccitalia.cmcc.it/ar6-sesto-rapporto-di-valutazione)

Si tratta del Rapporto sulle basi scientifiche – The Physical Science Basis - frutto del lavoro di revisione di circa 14000 pubblicazioni scientifiche ad opera di 234 scienziati provenienti da 66 paesi, che fornisce un quadro condiviso sullo stato attuale del clima globale, su come sta cambiando e il ruolo dell'influenza umana, sullo stato delle conoscenze sui possibili scenari climatici futuri, nonché le informazioni rilevanti a livello regionale e per limitare il cambiamento climatico indotto dall'uomo nei vari settori.

Un’importante novità del nuovo rapporto riguarda la pubblicazione di un Atlante interattivo online (https://interactive-atlas.ipcc.ch ), che consente un'analisi spaziale e temporale delle informazioni e dei dati utilizzati, nonché di rendere disponibili una serie di servizi climatici a varie tipologie di utenze.

Il rapporto ha consentito di consolidare le conoscenze scientifiche e di confermare la preoccupazione degli scienziati, che lanciano un ulteriore allarme di fronte alla reazione della comunità internazionale, assolutamente non all’altezza di affrontare l’emergenza climatica in corso.

La Terra ha già subito un riscaldamento medio pari a 1,1 °C rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900), con un’accelerazione drastica negli ultimi 50 anni circa.

I dati aggiornati confermano come si siano verificati cambiamenti diffusi e rapidi nell'atmosfera, nell'oceano, nella criosfera e nella biosfera, senza precedenti nei secoli se non in migliaia di anni, in parte giudicati irreversibili, in particolare per quanto riguarda gli oceani, le calotte glaciali e il livello dei mari.

La responsabilità delle attività umane nel riscaldamento di atmosfera e mari è ritenuta inequivocabile dagli scienziati. Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, il più importante tra i gas climalteranti, prodotto perlopiù dall’utilizzo di combustibili fossili, sono state le più alte degli ultimi 2 milioni di anni, mentre le concentrazioni di metano e protossido di azoto (altri due importanti gas serra) sono state le più alte degli ultimi 800.000 anni.

Il cambiamento climatico di origine antropica sta già influenzando gli eventi meteorologici estremi in ogni regione del mondo, come evidenziato anche dalla cronaca delle ultime settimane: dalle disastrose alluvioni in Germania e Cina, alle ondate di calore e agli incendi in Italia e nel Mediterraneo, in Siberia e in California.

Gli scenari climatici futuri indicano che la temperatura superficiale globale continuerà in generale ad aumentare, almeno fino alla metà del secolo, e che le soglie di 1,5°C e 2°C (indicate come limiti da non superare dall’Accordo sul Clima di Parigi siglato nel 2015) potranno essere raggiunte durante il 21° secolo a meno che non si mettano in atto significative riduzioni delle emissioni di gas serra nei prossimi decenni.

Molti cambiamenti nel sistema climatico si amplificheranno in relazione diretta all'aumento globale delle temperature, il  tasso di crescita delle quali dipenderà a sua volta dall’entità e dalla rapidità del taglio delle emissioni di gas serra. Elevate emissioni significano infatti un futuro ulteriore aumento delle temperature e un incremento preoccupante della frequenza e dell'intensità di fenomeni estremi come ondate di calore, forti precipitazioni, siccità, cicloni tropicali, nonché un’ulteriore riduzione del ghiaccio marino artico e un’ulteriore innalzamento del livello del mare. Le modifiche indotte sul ciclo dell'acqua e sulla sua variabilità preoccupano molto gli scienziati, per le conseguenze che potrebbero essere pesanti anche in aree montuose come le Alpi, dove la riduzione dei ghiacciai e della copertura nevosa e il degrado del permafrost continueranno ad avanzare.

“Il rapporto di oggi è un codice rosso per l’umanità”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. “I campanelli d’allarme sono continui e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra dovute ai combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio miliardi di persone”

La strada indicata è ormai nota: occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e raggiungere le emissioni nette zero di anidride carbonica entro il 2050, insieme a forti riduzioni delle emissioni di altri gas serra. Come ha sottolineato il segretario dell’Onu Guterres questo impone la fine della dipendenza dai combustibili fossili, lo stop a nuove centrali a carbone, a nuove esplorazioni e produzioni di combustibili fossili e il trasferimento degli investimenti e dei sussidi alle energie rinnovabili.

Questo primo rapporto dell’IPCC sarà seguito nei prossimi mesi da altri importanti contributi sul tema della mitigazione e dell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Le novità e i progressi scientifici sullo stato del clima e gli ulteriori cambiamenti attesi contenuti in questo rapporto forniscono tuttavia già un contributo inestimabile ai negoziati sul clima. Siamo infatti ormai prossimi alla COP26, la 26a Conferenza sul clima della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfccc), che si terrà a Glasgow, nel Regno Unito, dall’1 al 12 novembre, ritenuto ormai l’ultimo appuntamento utile per prendere decisioni definitive per la gestione della crisi climatica in corso, che ha ormai assunto i toni di un’emergenza globale.

Si tratta di una priorità planetaria che però si deve necessariamente tradurre in azioni operative a livello dei singoli Paesi e delle singole regioni. Proprio alla luce di queste considerazioni la Provincia autonoma di Trento ha approvato nei giorni scorsi un percorso di azione denominato Trentino Clima 2021-2023, coordinato da APPA, al fine di elaborare una Strategia provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti climatici che costituirà nei prossimi anni lo strumento di riferimento per affrontare l’emergenza climatica anche in Trentino.

Per maggiori approfondimenti: CLIMATE CHANGE 2021 – Le basi fisico-scientifiche: i messaggi principali del rapporto


 

 
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